L’erogazione di acqua dai rubinetti riprenderà oggi alle 18 ma con ordinanze sindacali che dichiarano l’acqua non potabile. È quanto stabilito dal tavolo di emergenza che si è riunito oggi alle 14.30 davanti al Prefetto di Rovigo Maddalena De Luca.
A fronte dell’inquinamento del fiume Adige, conseguente all’eccezionale ondata di maltempo, con un’acqua fortemente compromessa in ingresso alla centrale di potabilizzazione di Boara Polesine, si è deciso di riaprire l’erogazione di acqua ma di dichiararne la non potabilità, per i nove Comuni serviti da questa centrale: Arquà Polesine, Bosaro, Ceregnano, Costa di Rovigo, Pontecchio Polesine, Rovigo, San Martino di Venezze, Villadose, Villamarzana.
Fino alle 16.30 l’acqua erogata, sia pure a singhiozzo, ai cittadini, è stata potabile perché trattata. Dalle 18, dopo la sospensione utile a evidenziare lo stacco, l’acqua tornerà nelle case ma non avrà caratteristiche di potabilità. Potrà essere utilizzata esclusivamente a scopi igienico-sanitari e domestici e non a scopi alimentari o come bevanda.
Per rifornire i cittadini di acqua potabile viene attivato un servizio di autobotti e fornitura di bottiglie di acqua potabile: acquevenete metterà in campo sette autobotti, di cui tre per la città di Rovigo e il resto per gli altri otto Comuni coinvolti.
La distribuzione di acqua potabile avverrà in questi punti:
- a Rovigo presso Piazzale del Censer (solo autobotte) e Piazzale antistante la nuova Questura (solo autobotte)
- a Villadose in Piazza Aldo Moro (autobotte e acqua potabile in bottiglia)
- a Ceregnano in Piazza del Municipio (autobotte e acqua potabile in bottiglia)
- a Villamarzana nel Piazzale della Scuola Primaria (autobotte e acqua potabile in bottiglia)
- a Costa di Rovigo in Piazza del Municipio (autobotte e acqua potabile in bottiglia)
- per i Comuni di Bosaro e Pontecchio Polesine in località Bosco del Monaco (autobotte e acqua potabile in bottiglia)
- ad Arquà Polesine presso il Municipio (solo acqua potabile in bottiglia)
- a San Martino di Venezze presso il Municipio (solo acqua potabile in bottiglia)
Le cause
A determinare i disagi subiti ieri e oggi dagli utenti rodigini è stata la situazione di anomala torbidità del fiume Adige, diretta conseguenza della eccezionale ondata di maltempo che negli ultimi giorni ha colpito il territorio veneto. A partire da ieri, 30/10, l’acqua che l’Adige stava recapitando alla centrale di potabilizzazione di Boara Polesine si presentava con elevata torbidità per presenza di sostanze in sospensione di natura limo-argillosa contenenti metalli, con valori di partenza tali che la centrale non riusciva a trattarla in modo efficace.
I tecnici di acquevenete si sono attivati da subito per trovare una soluzione e sono rimasti in servizio h24, inclusa la notte tra il 30 e il 31 ottobre: ogni sforzo è stato compiuto per minimizzare i disagi per i cittadini, a fronte di una situazione eccezionale e di emergenza.
Le manovre effettuate
Il primo intervento attuato dai tecnici è stato una manovra di collegamento con la centrale di Vescovana, per riuscire a erogare acqua almeno parzialmente, come avvenuto dalla serata del 30/10. La misura non è stata sufficiente a garantire una ripresa regolare dell’erogazione.
Alle 8.45 circa del mattino di oggi, 31/10, si è temporaneamente sospesa l'erogazione a tutti i Comuni serviti dalla centrale di Boara Polesine, allo scopo di creare un accumulo che consentisse di distribuire temporaneamente acqua a pressione maggiore, per poter servire i Comuni più lontani e i piani superiori al primo.
Alle 14.30, tuttavia, non essendo ancora terminato il lavoro per adeguare i processi presso la centrale di Boara per abbattere il carico di inquinanti e la torbidità portati dalla piena dell’Adige, le autorità hanno deciso per la riapertura dell’erogazione accompagnata dalle ordinanze di non potabilità.