Domande

L'implementazione dei Piani rappresenta un ulteriore impegno da parte di acquevenete per la tutela della salute pubblica, garantendo la fornitura di acqua potabile sicura e controllata. I benefici per i cittadini includono:
·    garanzia di acqua più sicura;
·    maggiore trasparenza e controllo;
·    miglioramento continuo del servizio;
·    maggiore attenzione alla gestione delle risorse idriche.
 

Il Decreto Legislativo 18/2023, che attua la Direttiva (UE) 2020/2184, impone ai gestori idrici l'obbligo di implementare i PSA lungo l'intera filiera idropotabile entro il 12 gennaio 2029.
Il responsabile della redazione dei PSA è il Gestore idro-potabile, che per implementare ogni piano, deve poter disporre di un team di lavoro multidisciplinare, composto da figure interne al gestore e da membri esterni rappresentanti di vari Enti ed Istituzioni, quali ULSS, ARPAV, ATO, Regione e Comuni.
 

I PSA si basano sul concetto di Zone di Fornitura omogenea o WSZ (Water Supply Zone), definite come aree all’interno delle quali le acque destinate al consumo umano provenienti da una o più fonti possono considerarsi ragionevolmente omogenee, sulla base di evidenze oggettive. 
Per avviare l’elaborazione dei PSA, acquevenete ha suddiviso il proprio territorio in aree omogenee, identificando 8 Zone di Fornitura (o WSZ).
Questa suddivisione consente di analizzare in modo dettagliato le caratteristiche specifiche di ciascuna Zona di Fornitura sviluppando quindi Piani mirati per l’intero territorio servito. 
 

Per lo sviluppo e l’implementazione dei PSA, acquevenete utilizza l’approccio Viveracqua, una metodologia condivisa dai 12 gestori idrici del Veneto. Questo approccio condiviso garantisce coerenza, efficienza e un elevato standard di sicurezza, permettendo di:
·    condividere le migliori pratiche;
·    uniformare i criteri di valutazione e gestione dei rischi;
·    ottimizzare i tempi di attuazione grazie a un lavoro di squadra tra i gestori.
 

L’implementazione di un Piano di Sicurezza è un processo che si articola in diverse fasi, tra cui:
·    descrizione della filiera idropotabile
·    identificazione dei pericoli e degli eventi pericolosi
·    valutazione dei rischi
·    monitoraggio operativo e piano di miglioramento
·    verifica e riesame
Lo sviluppo richiede la costituzione di un team multidisciplinare con competenze ed esperienze specifiche, coordinato da un team leader qualificato, responsabile dello sviluppo e dell'implementazione del PSA
Al suo interno il team include personale interno ed esperti esterni afferenti a diversi Enti, coinvolti nella gestione e tutela della filiera idropotabile
Tutta la documentazione relativa ai PSA è disponibile in una piattaforma informatica (Cloud) per l’archiviazione e la consultazione alle autorità competenti.
Ogni PSA deve essere sottoposto all’approvazione del CeNSiA (Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque), istituito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ha la responsabilità di verificare la conformità ai requisiti del D. Lgs. 18/2023 e al Rapporto ISTISAN 22/33 - Linee guida nazionali per l’implementazione dei Piani di Sicurezza dell’Acqua. Gruppo Nazionale di lavoro per la redazione delle Linee guida nazionali per l’implementazione dei PSA.
acquevente, nell'ottica di consolidare e promuovere i principi dei Piani di Sicurezza delle Acque (PSA), organizzerà incontri dedicati alla cittadinanza. Questi eventi avranno l'obiettivo di sensibilizzare i consumatori sull'importanza della qualità dell'acqua e di condividere in modo trasparente i risultati raggiunti.
 

acquevenete ha completato lo sviluppo di tre Piani di Sicurezza delle Acque (PSA), di cui uno attualmente in fase di esaminazione al CeNSiA. I PSA sviluppati riguardano le WSZ di Boara Polesine, Est Bacchiglione e Zovencedo, per un totale di circa 179.000 abitanti serviti. Questo risultato è stato possibile grazie all'impegno di un team dedicato, che ha operato in stretta collaborazione con ULSS, ARPAV e ATO per il raggiungimento di questo obiettivo.
Nel 2025 verrà avviata l’implementazione di PSA a nuove WSZ, tra cui l'Area del basso Polesine in modo da raggiungere una percentuale di copertura della popolazione interessata del 59%.